Fare un buon DVR è possibile, anzi obbligatorio, se sei un datore o datrice di lavoro. Lo ha ribadito anche la Cassazione condannando un datore di lavoro per insufficienza nelle stesura del Documento di Valutazione dei Rischi.

Da cosa dipendeva questa insufficienza?
Secondo la Corte il DVR esaminato era troppo generico per adempiere alla sua funzione di strumento operativo degli interventi aziendali per la sicurezza e prevenzione dei rischi.
Evito di citare la sentenza per intero, ma se sei un datore o datrice di lavoro che ha almeno 1 dipendente, ti consiglio di leggerla perché spiega molto bene i tuoi obblighi giuridici. Comunque, per tua informazione, sto parlando della sentenza n. 12940 del 6 aprile 2021.
Dalla lettura della sentenza emergono 6 punti fondamentali che possono aiutarti ad assolvere ai tuoi obblighi giuridici di datore/datrice di lavoro:
hai l’obbligo giuridico di analizzare e individuare tutti i fattori di pericolo concretamente presente all’interno della tua azienda;
devi redigere e aggiornare periodicamente il DVR;
devi redigere il DVR indicando le misure di prevenzione e di protezione attuate e i dispositivi di protezione individuali adottati;
devi individuare gli specifici pericoli a cui sono sottoposti i lavoratori e specificare la misure di prevenzione da adottare;
il DVR che redigi deve contenere una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza durante l’attività lavorativa;
il DVR deve essere completo e idoneo ad essere utilizzato come strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione
Le quattro mosse per redigere il documento di valutazione dei rischi

1) Raccogli informazioni sull’attività lavorativa
La prima regola per fare un DVR è intuitiva: prima di redigerlo devi raccogliere informazioni sull’attività lavorativa oggetto della valutazione. Di seguito ti riporto le informazioni da raccogliere:
a. Informazioni sulla sede o le sedi di lavoro e sulla tipologia degli ambienti
Devi suddividere metodicamente le sedi dell’azienda indicando le aree operative oppure ad accesso saltuario. Per ogni area va ricercata la planimetria di dettaglio. Occorre poi dividere le zone dove lavorano delle persone da quelle a cui si accede occasionalmente, ad esempio solo in caso di manutenzione.
b. Devi dettagliare gli impianti presenti in ogni sede
Per ogni sede vanno dettagliati al meglio gli impianti presenti (elettrico, meccanico, idraulico o altro).
c. Fai un elenco dei lavoratori e delle mansioni che svolgono all’interno del processo lavorativo.
Per ogni persona o gruppo di persone omogeneo va quindi indicata nel dettaglio l’attività lavorativa, la sede di lavoro, le attrezzature o macchine utilizzate nonché gli orari di lavoro effettuati.
d. Elenca le sostanze e prodotti presenti in azienda
Elenco delle sostanze/prodotti presenti e utilizzati oppure delle sostanze o prodotti di rifiuto che vengono generati dall’azienda.
e. Individua la presenza di interferenze esterne alla/e sedi
Cioè la presenza di corsi d’acqua, di altre aziende confinanti, di eventuali zone a rischio fulminazione o sismiche ed eventuale presenza di antenne o tralicci.
f. Considera i dati sugli infortuni avvenuti in azienda
Infine può essere utile anche considerare eventuali dati sugli infortuni occorsi, eventuali denunce INAIL e verbali di prescrizione degli organi di vigilanza.
2) Dettaglia i rischi
Definita l’attività lavorativa secondo l’elenco che ho appena condiviso, puoi ora dettagliare i rischi che possono esserci sul luogo di lavoro. Ti faccio un esempio sul punto “aree della sede”: per ogni area individuata e definita elenca tutti i rischi e le eventuali prescrizioni che sono state predisposte.
L’analisi di dettaglio di ogni punto è utile per definire tutti gli aspetti della tua azienda e di registrare ogni rischio presente nei luoghi di lavoro. Dopo l’analisi di dettaglio effettuare sopralluoghi specifici sulle aree analizzate o interviste per raccogliere dati e analizzare con completezza ed efficacia i vari aspetti della tua realtà aziendale.
L’obiettivo di questo lavoro di analisi è individuare la procedure aziendali di prevenzione per i lavoratori e per l’azienda e i metodi di protezione cioè i dispositivi di protezione individuali e collettivi (Dpi/Dpc).
3) Condividi le procedure individuate
E ora iniziamo la fase operativa della Valutazione rischi cioè la condivisione delle procedure individuate. Il mio consiglio è quello di comunicare le procedure iniziando dai Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Dopo aver informato gli RLS, ti consiglio di comunicare le procedure ai prima ai dirigenti, poi ai preposti ed infine a tutti i lavoratori e lavoratrici.
La condivisione delle procedure per la Sicurezza ha sia l’obiettivo di informare tutti sugli obiettivi aziendali sia quello di raccogliere eventuali osservazioni e suggerimenti.
4) Realizza un piano di miglioramento
La quarta ed ultima mossa per redigere un DVR è, a mio avviso, quella vincente perché prevede la definizione di un piano di miglioramento del documento. Questo piano elenca le revisioni periodiche e prossime che si intendono fare al DVR originario.
Realizza un piano di miglioramento oculato ed efficace e avrai una prospettiva chiara che ti permetterà di programmare i futuri investimenti necessari alla sicurezza nella tua azienda.

Quando scade il DVR?
Il Documento di valutazione dei rischi non ha scadenza ed è considerato uno strumento dinamico che considera e descrive anche i cambiamenti aziendali. Il DVR va infatti riveduto e corretto costantemente durante tutto il ciclo di vita dell’impresa.
Quando si deve aggiornare il DVR?
Il Testo unico per la salute e sicurezza prevede una procedura specifica di aggiornamento del DVR. Questa procedura si attiva ogni volta che si verificano i casi previsti dall’articolo 29, comma 3, del Testo unico. Questo significa che il DVR deve essere obbligatoriamente aggiornato quando si verifica uno dei 5 casi descritti qui sotto:
quando avvengono modifiche al processo produttivo tra cui l’introduzione di nuovi attrezzi, macchinari e/o sostanze;
in caso di variazioni sull’organizzazione del lavoro come l’introduzione di un nuovo organigramma aziendale, nuove attività o l’utilizzo di nuove sedi in cui svolgere l’attività;
se ci sono modifiche alle leggi che regolano la sicurezza sul lavoro;
se intervengono evoluzioni della tecnica, della prevenzione o della protezione;
in caso di risultanze significative rilevate dalla sorveglianza sanitaria, come la presenza di infortuni e malattie professionali.
Fare un DVR efficace è possibile
Fare un buon DVR è possibile e soprattutto dipende da te, datore o datrice di lavoro. Sei tu e solo tu che puoi rintracciare e condividere le giuste informazioni aziendali e rendere il DVR uno strumento di crescita aziendale e di programmazione degli investimenti. Ora sai quale saranno le tue mosse per fare un Documento di valutazione dei rischi efficace. Non ti resta che prendere iniziativa e se hai altre domande, puoi scrivere una bella email
studio@farengineering.com in cui chiedere tutte le info e le spiegazioni di cui hai bisogno.