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Immagine del redattoreAnnalisa Franco

Cosa fa una consulente per la Sicurezza sul lavoro

Il 25 luglio 1974 Italo Calvino intervistò l’Uomo di Neanderthal. Incalzato dalle domande, il diffidente signor Neand raccontò allo scrittore la prima caccia all’orso della storia.


Impossibile? Sì, è proprio un'intervista impossibile, andata in onda sulla seconda rete radiofonica Rai. Sono rimasta così affascinata dall’idea di questo radio programma che ho voluto realizzare anch’io una mia intervista – quasi – impossibile. Ed è così che mi sono messa a selezionare le domande dei partecipanti ai miei corsi di formazione per la Sicurezza sul lavoro e mi sono intervistata.


Ma prima di conoscere le mie risposte, vorrei precisarti una cosa: spesso mi riferirò alla persona che si occupa della Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro come a la consulente. Ho scelto di utilizzare spesso il femminile invece del maschile perché l’intervista prende spunto dal mio quotidiano lavorativo di consulente donna e dalle mie personali esperienze nelle aule formative e nelle aziende. Mi è sembrata una scelta più veritiera e coerente con quello che vado a raccontarti.


Ma basta temporeggiare, è arrivato il momento di rispondere alle domande, e speriamo che non siano impossibili.


Chi è il/la consulente per la sicurezza sul lavoro?

Mi piace definire la consulente per la Sicurezza come il braccio destro della persona che si occupa di sicurezza in azienda.


La consulente è una professionista esterna all’azienda, ma non estranea. Questo significa che deve conoscere e condividere gli obiettivi e la cultura aziendali.


Come la consulente si affianca al responsabile della sicurezza in azienda?

Per prima cosa una consulente ti ricorda le scadenze. Cosa non da poco quando si hanno mille impegni e si è concentrati sulla gestione dell’azienda. Seconda cosa, la consulente progetta gli interventi per la sicurezza sui luoghi di lavoro e li calendarizza. Insomma, per farla breve, la consulente agisce d’anticipo sulla normativa e sugli obblighi di legge, tiene nota degli interventi attuati e programma quelli da fare. In questo modo l’azienda sa prima cosa dovrà fare e gli eventuali costi da affrontare.


Ma cosa fa la consulente per la sicurezza sul lavoro?

La consulente esterna fa una cosa su tutte: guarda lontano e dall’alto il contesto aziendale. Questo le permette di avere il giusto punto di vista per progettare la sicurezza sui luoghi di lavoro.


Una consulente esterna ha quindi uno sguardo lucido sulla situazione aziendale perché è meno coinvolta nella routine aziendale. Questo le dà quel qualcosa in più che le permette di studiare soluzioni efficaci per la Salute e sicurezza sul lavoro.


Cos’altro fa?

Risolve problemi, un po’ come il Mister Wolf di Pulp Fiction. Ed ha un ventaglio di soluzioni molto ampio perché si confronta con la Sicurezza di luoghi di lavoro molto diversi tra loro. Io, per esempio, curo la Sicurezza di imprese che operano nel Commercio e nel settore Edile, ma anche di aziende del Sanitario e agenzie assicurative e bancarie.


La consulente ti affianca nella gestione degli aspetti di dettaglio della Sicurezza, quelli che richiedono tanto tempo – e impegno – perché molto tecnici o complessi.


Perché affidarsi ad una consulente della Sicurezza?

Perché affidi la Sicurezza ad una persona esperta e responsabile; una persona che conosce bene la normativa e sa applicarla al settore specifico.


In genere il/la professionista a cui richiedi una consulenza per la Sicurezza sul lavoro sa spiegarti il come e il perché degli interventi programmati, e sa tenere corsi utili ed efficaci per i lavoratori.


Che responsabilità ha chi fa consulenza sulla Sicurezza?

Deve lavorare per rendere i luoghi di lavoro a prova di incidenti e infortuni. Quindi valuta i rischi specifici dell’azienda e programma gli interventi necessari a prevenire gli infortuni e a proteggere dagli incidenti.


Ha la responsabilità legale sulla valutazione dei rischi?

Non proprio. La responsabilità legale della valutazione dei rischi rimane in capo al datore o alla datrice di lavoro. Per questo molti scelgono una consulente di fiducia e capace di tutelarli/le con estremo scrupolo.


Comunque, chi fa una consulenza per la Sicurezza sul lavoro è responsabile del suo operato, sia come cittadina che come professionista. Anche perché firma tutti i documenti che redige quindi certifica il suo assenso a quanto riportato sulle carte.




Posso fidarmi di una persona esterna all’azienda per una consulenza così delicata?

Come ben capisci, questo dipende dalla persona che nomini. Come dicevo prima, dovrebbe ispirarti fiducia, ma non solo. Dovrebbe condividere gli obiettivi e la visione aziendali e avere un atteggiamento collaborativo e puntuale nei tuoi confronti.


Ricorda anche che la consulente della Sicurezza sul lavoro è legata alla tua azienda con un contratto. Questo accordo le impone anche il pieno rispetto della privacy aziendale, oltre al rispetto degli impegni presi.


C’è una legge che regola l'attività di consulenza esterna?

Non esiste una legge specifica. Il Testo Unico in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro regolamenta come la consulente deve assolvere ai suoi compiti ma non dice nulla sulla sua figura professionale.


Quali sono i compiti della consulente per la sicurezza?

I compiti specifici dipendono dal settore. Per esempio, una consulenza per la Sicurezza nel settore bancario prevede la valutazione illuminotecnica del luogo di lavoro; invece se parliamo di una consulenza nel settore edilizio, è indispensabile la gestione degli appaltatori. Come è intuibile, ogni settore prevede delle azioni specifiche.


L’unico compito che accomuna ogni consulenza per la Sicurezza sul lavoro è la Valutazione del rischio aziendale specifico.


Chi fa consulenza esterna si occupa anche della documentazione?

Si, controlla tutta la documentazione che l’azienda deve produrre. In genere procede con questo ordine:

  • fa un controllo iniziale della documentazione;

  • dice cosa manca e cosa va eventualmente migliorato;

  • fa una lista di tutti i documenti da avere in azienda.

Perché affidarsi ad un/una consulente per la sicurezza sul lavoro?

Perché aumenta la consapevolezza e le conoscenze in materia di Sicurezza all’interno dell’azienda. La consulente ti fa risparmiare tempo ed energie utili per gestire l’azienda. Questo perché programma gli interventi sulla Sicurezza. Quindi l’azienda sa cosa dovrà fare per mettersi al sicuro, sarà sempre informata su come procedere e sulle scadenze. Insomma, la figura interna che gestisce la Sicurezza sarà più sereno/a e l’azienda sarà al riparo da molti rischi.


Quali sono gli obblighi di chi fa consulenza esterna sulla sicurezza?

Risponde personalmente per quello che fa durante lo svolgimento del suo lavoro.


Oltre a questo, molti consulenti/e sono iscritti all’ordine professionale degli ingegneri e tenuti a rispettarne le regole e la deontologia. Questo è sicuramente un valore aggiunto per la tua Sicurezza e rende più affidabile il/la professionista a cui ti rivolgi.


La consulente per la Sicurezza sul lavoro ha un codice deontologico?

Solo se è iscritta ad un albo professionale. Per esempio, se iscritta all’albo degli ingegneri, la consulente è tenuta a rispettare il codice di comportamento che regola lo svolgimento della sua professione.


Qualcuno garantisce il rispetto di questo codice deontologico?

Nel caso di un albo professionale sì. Per esempio, io sono iscritta all’Ordine degli ingegneri di Torino. Ed è l’Ordine che garantisce per il mio comportamento professionale e mi obbliga ad aggiornamenti annuali. Questo obbligo è pensato per assicurare alle aziende o alle persone che si rivolgono a me la giusta competenza, la dovuta diligenza e una generica e certificata qualità delle mie prestazioni.


Come nominare una consulente?

Io consiglio di partire dall'analisi delle sue competenze e delle esperienze professionali che ha avuto. Questo serve all’azienda per capire se sta nominando una persona che ha già affrontato argomenti o problematiche simili alle sue o a quelle del suo settore.


Perché chiedere una consulenza esterna?

Perché è un buon investimento, dà diverse garanzie e — in un certo senso — rassicura. Se l’azienda sceglie bene, può beneficiare di “una ventata di aria fresca”. Sì perché la consulente porta con sé un approccio diverso ai problemi e soluzioni efficaci che creano ambienti di lavoro più sicuri. E un ambiente sicuro motiva i lavoratori e li incentiva a cooperare per la crescita dell’azienda.



Quali sono i costi di una consulenza sulla sicurezza sul lavoro?

I costi sono sicuramente proporzionali alla tipologia di prestazione che richiedi. Anche se più che di costi, io parlerei di investimenti. In ogni modo, quello che suggerisco è di valutare le esigenze specifiche dell’azienda per capire di che tipo di consulenza ha bisogno.


Per quanto riguarda il ritorno sull'investimento in sicurezza sul lavoro, i dati ufficiali dicono che ogni euro investito in Sicurezza frutta 2,2 euro. Quindi se si affida alle giuste professionalità, l’azienda può avere un ritorno sull’investimento più che doppio.


Come si riconosce una consulente affidabile e capace?

Il/la consulente capace effettua sempre un’analisi preliminare della tua situazione aziendale e poi fa una diagnosi. Senza la visita iniziale – e la successiva diagnosi – è come se la tua azienda assumesse un farmaco senza sapere esattamente qual è la malattia o la parte del corpo su cui intervenire.


Ci sarebbero altre domande ma…

Ma… me le risparmi, vero? Sì, anche perché rispondere a tutte renderebbe questa intervista veramente impossibile. Quindi, per amor di sintesi, spero tu decida di fermarti qui. In ogni caso, se hai altri dubbi da toglierti o domande specifiche su qualche azienda o settore, scrivimi un’email a studio@farengineering.com.



E se volessi scoprire di più sulle tue consulenze?

Puoi contattarmi tramite il sito FARengenering per fissare una consulenza gratuita.


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