top of page

Cara Babba Natale, voglio fare una buona valutazione dei rischi sul lavoro

Durante il periodo natalizio tutti vogliono stare in un luogo caldo, sicuro e accogliente. Ma se per renderlo accogliente puoi scrivere una letterina al Babbo Natale degli interior designer, per renderlo sicuro dovresti scrivere al Santa Claus degli ingegneri per la sicurezza.


A me personalmente il Santa’s me ne ha girate almeno 5. Ed io, da brava elfa ingegnera, ho ottimizzato il processo rispondendo pubblicamente a tutte e cinque. Quale modo più efficiente per fare felice chi mi ha scritto e regalare a te dei preziosi consigli sulla valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro



Cara Babba Sicurezza

Le letterine che mi recapita Santa’s iniziano tutte così. Quindi significa che chi scrive vuole proprio la consulenza di un’ingegnera. Che bello! Sono lusingata. E allora mi sbrigo ad esaudire il desiderio che tutti hanno espresso: capire come si fa una buona valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro.


Valutazione dei rischi sul lavoro: la classificazione dei luoghi 

Voler dare dei nomi ai luoghi della tua azienda sembra una cosa un po’ infantile. Sembra, ma non lo è, perché in base al loro nome e quindi alla loro natura, i luoghi comportano dei rischi specifici per chi li abita. I luoghi di lavoro vengono anche detti Aree e si distinguono i due tipi:


  • aree operative o AO

Sono aree in cui c’è una continua e costante presenza di lavoratori e dove si svolgono le attività produttive dell’azienda

  • aree ad accesso saltuario o AS

Sono luoghi dove c’è la costante presenza di lavoratori ma dove saltuariamente è possibile avere la presenza di dipendenti. 


Come potrai intuire, queste due aree presentano rischi diversi che vanno individuati e classificati. Per fare questo i professionisti della sicurezza utilizzano una scheda di valutazione del rischio che raccoglie e confronta tutte le informazioni sulle aree richieste dalla legge.


Puoi scaricare qui la scheda di Valutazione dei rischi che uso io

Sì, proprio così, da brava Babba Natale voglio regalarti la mia scheda di valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro. Questa scheda è quella che utilizzo nelle mie consulenze ed è super rodata. Ma la cosa più importante è che risponde ai criteri riportati dall’articolo 63 del Decreto Legislativo 81 del 2008:



Come si fa una valutazione dei rischi sul lavoro

Oltre a regalarti la scheda di valutazione dei rischi sul lavoro, voglio darti alcune dritte per fare una valutazione coi fiocchi. Prima di tutto bisogna sapere che la valutazione dei rischi è divisa in 3 fasi: individuazione dell’attività, identificazione dei rischi, valutazione dell’entità del rischio.


Fase 1: individuazione dell’attività 

Identifica le mansioni che si svolgono in azienda e per ogni mansione individua le singole attività che la compongono. Sintetizzando, possiamo dire che l’individuazione dell’attività viene fatta:

  • nei e per i luoghi di lavoro 

  • e per ogni mansione.


Fase 2: identificazione dei rischi

In questa fase dovresti osservare e studiare le attività previste per ogni mansione. Questa analisi ti permette di assegnare ad ogni operazione svolta nel luogo di lavoro i tipi di rischi possibili. 


Come assegnare i tipi di rischio

Le cose da considerare quando assegni i tipi di rischio ad ogni operazione non sono poche, e allora te le riassumo in una delle mie amate liste. Durante l’assegnazione considera: 

  • le caratteristiche generali dei luoghi di lavoro (requisiti igienici, impianti, climatizzazione, ambiente, rumore, etc)

  • il rapporto uomo/macchina (attrezzature, sostanze, mezzi, fasi lavorative, procedure di lavoro, etc)

  • il rapporto uomo/ambiente (materiali, sostanze e preparati, radiazioni, agenti biologici, etc)

  • le analisi dei posti di lavoro e delle mansioni (spazi, lay-out, vie di percorso, movimentazione manuale dei carichi, WMSD, VDT, etc)

  • il registro infortuni che definisce la situazione infortunistica della ditta

  • la normativa di riferimento per ogni tipo di rischio considerato.


Fase 3: valutazione entità del rischio

Una volta identificati i rischi si procede alla loro misurazione. Questa misurazione deve tenere conto di due fattori P e M:

  • P indica le probabilità di accadimento

  • M indica l'entità del danno.



Come ricavare i valori M e P?

Questa è veramente la domanda da 1 milione di dollari. Ma la risposta è sintetica: i valori di M e P sono ricavati dall’esperienza lavorativa e dalla frequenza dell’accadimento infortunistico in attività simili.


Qual è il prodotto dei valori M e P? Il valore R

Il valore R fornisce il valore di rischio riportato nella matrice dei rischi. I Valori R sono da ritenersi valori residui cioè rilevati dopo l’adozione delle misure di prevenzione e protezione per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. In altre parole, sono valori che fotografano l’efficacia delle misure adottate. 


Come capire se le misure di prevenzione sono accettabili o vanno corrette

Sono proprio M, P e R, in quanto valori residui, a dirci se le misure per la prevenzione e protezione sono efficaci oppure no

Valori accettabili

Quando M, P e R producono valori accettabili significa che le misure attuate sono buone e puoi mantenerle. 

Valori da correggere

Quando i valori residui M, P, R sono insoddisfacenti, bisogna programmare delle azioni che migliorano o correggono le misure di prevenzione e protezione. 


Ti auguro di saper gestire al meglio...

E siamo arrivati agli auguri e vogliono fartene uno speciale:

ti auguro di saper gestire al meglio tutti i valori di R che la vita ti assegna e un anno di successi e lavoro sicuro.


Buona natale da Annalisa e da tutto la squadra di FARengineering

E prima di chiudere l’ufficio e festeggiare il Natale ricorda di scartare il mio regalo 👇





Leggi il blog

bottom of page